
Contributi previdenziali: cosa sono e a quanto ammontano?
I contributi previdenziali sono dei versamenti effettuati a favore dell’ente previdenziale che determinano la pensione. A secondo dei contributi versati viene determinato l’importo che si percepirà quando si andrà in pensione.
Esistono ben 5 tipologie di contribuiti :
- obbligatori
- volontari
- figurativi
- da ricongiunzione
- da riscatto.
Contributi obbligatori
I contributi volontari sono quelli che devono essere versati per tutto il periodo lavorativo. Nel caso di lavoratore dipendente vengono versati in parte dal datore di lavoro e in parte dal lavoratore stesso. I lavoratori autonomi con partita IVA e i liberi professionisti versano direttamente l’intero importo.
Contributi volontari
Questo tipo di contributi vengono versati dal lavoratore su sua iniziativa, e servono per raggiungere il numero di anni di contribuzione utili per ottenere la pensione, nel caso non si abbia più un lavoro, o per aumentare l’importo della futura pensione. Per poterli versare occorre ottenere l’autorizzazione dall’ente previdenziale. Per poter essere autorizzati a versare i contributi volontari occorre rispettare almeno uno dei seguenti requisiti:
- 5 anni di contributi versati nell’arco della vita lavorativa
- 3 anni di contributi versati nell’arco temporale di 5 anni antecedenti la domanda
- 1 anno di contributi nei 5 anni prima della domanda. Questa condizione è valida solo per i lavoratori stagionali, temporanei o parasubordinati.
Non possono effettuare i versamenti volontari :
- lavoratori autonomi o liberi professionisti ancora in attività
- chi è titolare di pensione
- lavoratori dipendenti iscritti all’INPS o ad altre forme di previdenza obbligatorie
Contributi figurativi
In questa categoria rientrano quei contributi versati direttamente dall’ente di previdenza nei casi in cui il lavoratore sia impossibilitato a lavorare. L’ente previdenziale è obbligata a versare i contributi nei casi di:
- maternità
- malattia
- disoccupazione indennizzata
- cassa integrazione
- mobilità
- contratti di solidarietà
- periodi dove di godono di prestazioni di invalidità
- part-time agevolato.
Nei seguenti casi invece, i contributi vengono versati solo su richiesta esplicita del lavoratore :
- servizio militare o servizio civile
- assenza per donazione del sangue
- aspettativa legata a incarichi elettivi o sindacali
- congedi parentali
- congedo per maternità e paternità
- assenza per malattia di un figlio
- assistenza ad un disabile.
Contributi da ricongiunzione
Esistono inoltre dei contributi chiamati da ricongiunzione che consentono di mettere assieme tutti i versamenti effettuati nella vita lavorativa alle diverse gestioni di previdenza. Il lavoratore che ne ha diritto, pagando un importo, può chiedere la ricongiunzione di tutti i versamenti eseguiti ai vari enti previdenziali ad un unico ente previdenziale. Non è possibile effettuare la ricongiunzione ad altra gestione i versamenti fatti nella gestione separata e viceversa. In questo caso, alternative alla ricongiunzione possono essere il cumulo, la totalizzazione e il computo.
La domanda di ricongiunzione deve essere presentata alla gestione di previdenza presso la quale di desidera ricongiungere tutti i versamenti dei contributi effettuati in altre gestioni.
Contributi da riscatto
Questi contributi sono versati su base volontaria dal lavoratore e servono per coprire i periodi nei quali non c’era l’obbligo di contribuzione, come ad esempio il tempo per conseguire la laurea. Per ottenere il riscatto della laurea occorre aver conseguito la laurea entro i termini.
Non sono riscattabili :
- gli anni fuori corso
- corsi post-laurea
- gli anni in cui si è frequentato l’università ma senza ottenere la laurea
- gli anni per conseguire una seconda laurea.
Dal 2008 il riscatto può essere richiesto anche da chi non ha ancora iniziato a lavorare
E’ possibile inoltre il riscatto degli anni per corsi di studio se tali corsi sono stati indispensabili per l’assunzione e la carriera del lavoratore
Come vengono calcolati i contributi previdenziali
I contributi previdenziali vengono fissati anno per anno dall’ente di previdenza a cui si è iscritti e calcolati in percentuale sulla base dello stipendio del lavoratore.
Queste aliquote contributive vengono applicate sulla retribuzione annua lorda per i lavoratori dipendenti e suddivise in quote identiche in base alle mensilità di retribuzione prevista. Per i lavoratori con partita IVA le aliquote contributive vengono calcolate sul reddito lordo . Il versamento avviene in quattro rate; entro il 16 maggio, il 16 agosto, il 16 novembre e il 16 febbraio dell’anno successivo.
Per i lavoratori domestici i contributi sono calcolati in base alla effettiva retribuzione oraria e per tutte le ore affettivamente lavorate o per i periodi in quali il lavoratore domestico si è assentato per malattia, maternità o altre situazioni similari. Le scadenze per effettuare i versamenti dei contributi ai lavoratori domestici sono entro:
- aprile il giorno 10
- luglio il giorno 10
- ottobre il giorno 10
- gennaio il giorno 10 dell’anno successivo.
Lavoratori parasubordinati come ad esempio i venditori a domicilio, lavoratori autonomi occasionali con reddito superiore ai 5000 euro, collaboratori occasionali, con contratto a progetto hanno l’obbligo all’iscrizione alla gestione separata e sono obbligati a versare i contributi in percentuale al reddito percepito dalla attività svolta. Per questa tipologia di lavoratori i contributi sono a carico sia del lavoratore che del datore di lavoro ma sono versati interamente del datore di lavoro.
A quanto ammontano i contributi previdenziali
L’importo da versare relativo ai contributi previdenziale non è eguale per tutti. In linea teorica i contributi previdenziali sono circa il 33% della retribuzione lorda e sono versati per un terzo dal lavoratore e per i restanti 2 terzi dal datore di lavoro.